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Verità Rubate. L’arte della contraffazione

Una mostra sul “vero” e sul “falso” in archeologia a Padova.

Il Palazzo del Monte di Pietà riapre le sue porte per il progetto didattico ed espositivo “Verità rubate. L’arte della contraffazione”, ideato da Luca Zamparo, Monica Baggio e Monica Salvadori del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova e realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Fino al prossimo 31 maggio sarà possibile visitare gratuitamente l’esposizione che indaga e cerca di comprendere il fenomeno della contraffazione delle opere d’arte e dei beni culturali, a partire dalle produzioni ceramiche antiche o pseudo-antiche.

Solamente in Italia, negli ultimi dieci anni, secondo i dati forniti dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, sono state denunciate oltre 2.500 persone per il reato di contraffazione delle opere d’arte, permettendo il sequestro di circa 70.000 oggetti imitanti i beni archeologici, artistici, antiquariali o da collezione che, se immessi sul mercato, avrebbero comportato un danno stimato di oltre 5 miliardi di euro, senza considerare le implicazioni etiche, i risvolti negativi sul mondo del lavoro e le ricadute culturali, con la diffusione di una falsa idea dell’archeologia e dell’arte.

Per fronteggiare questi veri e propri inganni, ancora oggi presenti, il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, con la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, ha dato vita al progetto scientifico e didattico Cultural Legal Lab, uno spazio per la promozione di una cultura della legalità, per la conoscenza dei fenomeni, spesso nascosti, che caratterizzano il nostro patrimonio culturale e la diffusione di buone pratiche per la sua salvaguardia.

Questa missione rientra in un percorso scientifico di ricerca avviato ormai nel 2015 a seguito del lascito testamentario dell’avvocato Bruno Marchetti (1941-2014). Tutto questo, del resto, non è un fatto inconsueto nella storia dell’Università di Padova: sin dal XVIII secolo, infatti, molteplici sono le collezioni di manufatti giunte in dono e che ora fanno parte del patrimonio culturale e museale dell’Ateneo (https://www.musei.unipd.it). La donazione Marchetti, però, ha comportato il confronto con un materiale inedito e privo di una storia che ne narrasse l’origine e la provenienza, elementi fondamentali per la ricerca archeologica e storico-artistica.

Questo lascito ha rappresentato, inoltre, il punto di partenza del progetto MemO, La memoria degli oggetti. Un approccio multidisciplinare per lo studio, la digitalizzazione e la valorizzazione della ceramica greca e magno-greca in Veneto, coordinato dalla prof.ssa Monica Salvadori e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo attraverso il bando “Progetti di Eccellenza”.

L’unione fra la ricerca scientifica, la formazione accademica e la volontà di una restituzione civica del lavoro svolto in questi anni ha condotto all’esposizione “Verità rubate. L’arte della contraffazione” che mette in dialogo manufatti autentici e imitazioni dell’Antico con l’obiettivo di incentivare le domande, i ragionamenti e di acuire l’attenzione verso fenomeni che spesso sfruttano le più intime fragilità delle società a loro contemporanee. In un periodo storico caratterizzato dalle fake news e da una mistificazione della realtà, questo progetto intende cercare di rompere gli schemi mentali, spesso ingenui e inconsapevoli, che portano a deduzioni errate, riaffermando l’importanza della ricerca della verità, dell’indagine sulle fonti e sulla trasmissione dei messaggi, soprattutto quando questi vengono diffusi mediante le opere d’arte.

Presso il Palazzo del Monte di Pietà, grazie all’allestimento ideato da Andrea Isola, si potranno visionare alcuni manufatti archeologici provenienti dall’eccezionale Collezione Intesa Sanpaolo, oggi conservata alle Gallerie d’Italia di Napoli, e dalla Collezione Merlin, costituente uno dei nuclei principali del Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte di Palazzo Liviano, oltre a diverse imitazioni moderne e contemporanee di vasi antichi provenienti dalla Collezione didattica del Dipartimento dei Beni Culturali.

I visitatori saranno in grado di riconoscere gli oggetti autentici e quelli falsi?

Completa il progetto un’attenzione particolare ai temi dell’accessibilità e dell’inclusione grazie alla presenza di libri tattili, ideati appositamente per l’esposizione da Elisa Lodolo, una riproduzione tattile di un vaso antico e diversi video esplicativi del percorso, sottotitolati e interpretati nella lingua italiana dei segni. Ulteriore impegno è dedicato alle scuole a cui sono riservate attività didattiche e visite guidate gratuite sui temi dell’educazione al patrimonio culturale, inteso come bene dell’intera comunità nazionale, e dell’educazione ad una cittadinanza attiva: una ricca proposta ideata per le scuole di ogni ordine e grado e realizzata in collaborazione con le studentesse e gli studenti dei corsi di laurea afferenti al Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, a loro volta formati negli ultimi mesi sui temi della tutela del patrimonio culturale e della mediazione e didattica museale.

Il prossimo giovedì 6 marzo, alle ore 11.00, verranno presentati pubblicamente il progetto Cultural Legal Lab e l’esposizione “Verità rubate. L’arte della contraffazione” alla presenza della professoressa Daniela Mapelli, Rettrice dell’Università di Padova, e del professor Gilberto Muraro, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Un progetto di
Con la collaborazione e il supporto di
L’iniziativa rientra all’interno delle attività del progetto

From Authenticity to Art (FATA): Italian Database of Forgeries. Multi-tier Strategies to Protect Cultural Heritage: Research, Cataloging, and Digitization of Forgeries

Bando PRIN 2022, “Fondo per il Programma Nazionale di Ricerca e Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN)”, finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU (codice progetto: 2022F5SBK9 – CUP C53C24001210006)

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